Le infrastrutture di trasporto dallo spazio, dal cielo, da terra e nel sottosuolo
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ore 20:45
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Il doppio ruolo del colesterolo: da benefattore a killer
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ore 22:15
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Percorsi nel Centro Italia post-Terremoto
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ore 22:45
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Andrea Benedetto - Dipartimento di Ingegneria
E’ crescente e troppo spesso drammaticamente concreto il rischio cui è sottoposto il fragile territorio italiano e la rete delle infrastrutture rispetto alla manifestazione di eventi naturali catastrofici quali i sismi, le alluvioni, le frane, gli incendi. A ciò si aggiunge un diffuso degrado di strade e ferrovie che non è contrastato da un adeguato programma di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Questo quadro è ulteriormente aggravato dalla limitata conoscenza del territorio e dello stato delle infrastrutture stesse per effetto dei costi difficilmente sostenibili relativi alle attività di monitoraggio e valutazione.
Tutto ciò incide fortemente sulla vulnerabilità delle reti di trasporto, riducendone significativamente la resilienza.
La ricerca oggi può orientarsi a migliorare drasticamente la base informativa riducendo i costi attraverso l’integrazione di informazioni ricavabili da sensori remoti, immaginando di “telerilevare” la strada o la ferrovia simultaneamente dallo spazio, dal cielo, da terra e sottoterra.
In questo senso le immagini ricavate da sistemi interferometrici radar montati su satellite (InSAR), sensori avanzati istallati su droni (Unmanned Aerial Vehicles UAV), laser scanner (LIDAR) per il rilievo tridimensionale e sistemi georadar (GPR) forniscono basi informative straordinariamente utili ed efficaci per consentire l’attuazione di programmi di rilievo massimamente efficienti.
E’ una certezza che la massima efficienza ed efficacia vengono raggiunte solo in un contesto di integrazione numerica tra le informazioni raccolte tramite diverse tecnologie non distruttive, capaci di effettuare analisi su diversi elementi dell’infrastruttura, con una scala di dettaglio variabile. Di questi temi peraltro si è fruttuosamente discusso nella sessione “Data fusion, integrazione, correlazione e sviluppi delle tecnologie non distruttive e modelli numerici per le applicazioni in ingegneria e nelle geoscienze” dell’European Geophysicists Union General Assembly 2018 (EGU2018), organizzata dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre e tenutasi a Vienna lo scorso Aprile.
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Valentina Pallottini - Dipartimento di Scienze
In questa
Pillola di scienza verrà illustrato in maniera semplice cos’è il colesterolo e
come e perché esso può avere effetti negativi sulla nostra salute. Il colesterolo è una molecola
fondamentale per il funzionamento degli esseri viventi. Esso è un componente importantissimo
delle membrane che rivestono le cellule. Dal colesterolo derivano gli acidi
biliari che ci aiutano a digerire, alcuni ormoni che regolano le funzioni del
nostro organismo mantenendoci in un buono stato di salute, e la vitamina D che
è fondamentale per il corretto mantenimento delle nostre ossa. Quando si sente
parlare di colesterolo invece, lo si associa prevalentemente all’invecchiamento
e alle malattie cardiovascolari e quindi a questa molecola viene spesso attribuita
una accezione negativa. Ma sarà proprio così?
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Gabriele Fiorentino - Dipartimento di Architettura
I terremoti
avvenuti in Italia negli ultimi 10 anni (L’Aquila 2009, Emilia 2012, Amatrice e Norcia 2016, Ischia 2017) hanno portato all’attenzione la grande vulnerabilità dei
nostri centri abitati. In particolare, i terremoti del Centro Italia del 2016,
hanno colpito ben 4 regioni (Lazio, Abruzzo, Marche ed Umbria) e messo
duramente alla prova un’area già colpita in passato dai terremoti
dell’Umbria-Marche (1997) e dell’Aquila.
In seguito
al terremoto, un team di ingegneri di Roma Tre (Dipartimento di Architettura ed
Ingegneria) ha avuto la possibilità di visitare i centri più danneggiati
(Amatrice, Norcia, Visso, Ussita, Camerino), compiendo sia rilievi dei danni
sia sopralluoghi per le agibilità negli uffici pubblici e nelle scuole. Queste spedizioni
sono stati dei veri e propri viaggi alla scoperta del territorio, che hanno
permesso di costruire delle “mappe” (reali o immaginarie) che ci raccontano
quanto è stato fatto e quanto c’è ancora da fare per rendere il nostro Paese
più preparato a rispondere ai terremoti.
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